Pubblicazione del 20/02/2022

 

PITAGORA: il Rating della spesa per energia elettrica, acqua e gas della Regioni, dei Comuni Capoluogo di Provincia e dei Comuni con popolazione superiore ai 50 mila abitanti 

 

FAQ sul Rating:

 

1) “Come si giudicano le performance dei Comuni e delle Regioni italiane in termini di spesa pubblica, alla luce dei dati di questa classifica?”

In Italia la spesa pubblica varia da regione a regione, ma gli aspetti virtuosi dipendono più dalla qualità dei singoli uffici che non dalle latitudini geografiche. Molto spesso infatti, si riscontrano evidenti sprechi relativamente ad alcuni specifici costi in aree in cui generalmente la spesa è particolarmente oculata. Dall’analisi svolta dal Centro Ricerche della Fondazione G.A.R.I. emerge un’Italia che si muove a macchia di leopardo dove la differenza la offre assai spesso la qualità della risorsa umana che sovrintende i diversi settori della pubblica amministrazione. Del resto i fattori maggiormente incidenti sulla performance degli enti pubblici sono principalmente i seguenti: 

  1. conoscenza puntuale delle procedure, in parole semplici, saper far muovere agilmente la macchina amministrativa, tecnica e contabile; 
  2. grado di aggiornamento normativo e tecnologico con riguardo al proprio settore; 
  3. corretto esercizio dell’attività di indirizzo e controllo da parte dell’organo politico; 
  4. risorse umane qualificate ed impegni di spesa capienti; 
  5. marginalizzazione del grado di tossicità rappresentato generalmente dalle gestioni clientelari e dalle attività grassatorie, anche se i maggiori sprechi in materia di spesa pubblica sono rappresentati dall’imperizia, dalla negligenza, dall’incuria, dalla sciatteria e dalla violazione del patto di lealtà.

L’utilizzo dei big data, però, attraverso una lavorazione sempre più massiva ed intelligente, già oggi, ci consente di smascherare la spesa critica. Strumenti di ricerca scientifica sempre più sofisticati, come Pitagora, forse il più evoluto del settore, ci consentono da subito di rilevare, perimetrare e quindi agire direttamente sulla spesa fuori controllo, rimuovendo gli aspetti distorsivi che l’hanno determinata ed evitando così di dover dar corso allo scriteriato e devastante taglio lineare.

 

2) “Come funziona il progetto Pitagora sul contenimento della spesa pubblica?”

Le tabelle ed anche i grafici non lasciano spazio ad interpretazioni fuorvianti in quanto, da un lato le tabelle misurano gli esiti oggettivi delle performance delle regioni per ciascun marcatore per l’anno 2020, mentre dall’altro i grafici evidenziano lo storico riguardante l’andamento della singola spesa pubblica negli ultimi 4 anni (2017-18-19-20). La classifica, quindi, non solo giudica la performance delle regioni italiane, ma si pone quale ausilio affinché un’Amministrazione consapevole dell’andamento dei propri conti possa intervenire con immediatezza e puntualità per riequilibrare la situazione economico/contabile.

 

3) ”Come mai la spesa per l'energia elettrica risulta così elevata?;

I fattori che possono incidere su una spesa pubblica sono molteplici e quindi, non è detto che una spesa apparentemente fuori controllo sia totalmente incongrua o non giustificabile. Sicuramente merita un’attenzione prioritaria finalizzata eventualmente al contenimento immediato dell’emorragia finanziaria. 

Nel caso delle diverse voci che compongono la spesa per l’energia elettrica emerge ad esempio che sulla medesima incide il costo che alcune regioni sostengono in favore dei Consorzi di Bonifica per il funzionamento delle opere pubbliche a difesa dal rischio idrogeologico. Le problematiche climatiche infatti, unitamente all’aumento dei costi dell’energia elettrica sicuramente giustificano una politica diretta al conseguimento di risparmi grazie all’acquisto a minor prezzo, ottenibile con il ricorso a procedure centralizzate. 

Il discorso generale sarebbe comunque molto più ampio, dovendosi attenzionare anche come nei decenni siano stati utilizzati i fondi per la realizzazione delle infrastrutture volte alla produzione dell’energia elettrica nelle sue diverse forme, dalle rinnovabili all’idroelettrico, dai processi di decarbonizzazione finanche alle centrali nucleari di ultima generazione di cui recentemente anche la politica è tornata a parlare. 

Molto però riguarda le prescrizioni urbanistiche ed edilizie correlate al rilascio dei titoli abilitativi per la realizzazione di infrastrutture e manufatti che già dovrebbero prevedere impianti di approvvigionamento energetico esaustivi, ausiliati peraltro dall’attuale superbonus 110%. 

Altro nodo fondamentale riguarda poi, il Piano dei Rifiuti. Tale provvedimento regionale, già a monte, dovrebbe prevedere il rilascio dì autorizzazioni con procedure semplificate, finanche con procedure sostitutive volte a rimuovere le inadempienze degli enti sottordinati, di impianti, tecnologicamente avanzati, vocati alla trasformazione del rifiuto in energia elettrica, termica, biogas ..

 

4) Alcuni Comuni ed anche Regioni spendono molto per l’acqua da cosa dipende? 

Nella bolletta del servizio idrico vengono indicati i corrispettivi dovuti per i diversi servizi che lo compongono come l’acquedotto, la fognatura, la depurazione e di cui però l'utente effettivamente fruisce in quanto, vale la pena ricordare che, per giurisprudenza costante, non è dovuta la quota della tariffa prevista per la depurazione qualora il depuratore non esista o risulti obsoleto, non funzionante o inattivo e dunque spetta il relativo rimborso (Cass. Civ, III, sentenza del 11582 del 15.6.2020; n. 11294 del 12.6.2020; n. 11270 del 12.6.2020; Cass. n. 14042/2013) che é soggetto al termine decennale di prescrizione che decorre dalle date dei singoli pagamenti (Cass. Civ, II, ordinanza del 29.1.2020, n. 1998).

Sia per l'uso domestico che per gli altri usi, la tariffa dell’acqua si compone da una quota fissa applicata a ogni contratto di utenza indipendentemente dai consumi e da una quota variabile colcolata sull’effettivo consumo di acqua e comprende i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione. 

Ormai da diversi anni nella bolletta finiscono tutti i costi che non solo riguardano il consumo diretto, ma anche gli investimenti - quali quelli afferenti alle infrastrutture, al consolidamento delle servitù e corresponsione di oneri ed indennizzi per espropri o vincoli - che si fanno sulle reti idriche sia in sede di captazione presso le aree sorgentizie, sia in sede di adduzione ossia di trasporto dell’acqua presso gli acquedotti locali, che per la depurazione ovvero per la remissione delle acque nel circuito una volta che queste rispettino in termini di qualità e di salubrità i tetti di compatibilità con la salute umana. Chiaramente gli investimenti vengono portati in ammortamento generalmente in venticinque anni e quindi pro quota incidono sulla bolletta e si cumulano ai nuovi investimenti ogni anno. 

Dal 2003 ad oggi la tariffa dell’acqua, soprattutto per le suindicate ragioni, è progressivamente lievitata a fronte di investimenti sulle reti, anche in chiave manutentiva, che latitavano da tempo. Nel 2019 quasi 12 miliardi di investimenti nel settore idrico, sostenuti in parte con i 312 euro della spesa media annua della famiglia tipo e in parte con risorse pubbliche, per fronteggiare la perdita media del 43% di acqua dagli acquedotti, mentre nel 2020 sono stati attivati 15,5 miliardi di investimenti, realizzati il 98% circa degli interventi programmati con una riduzione delle perdite dal 43% al 41%.

Sulla spesa interferiscono molti fattori che incidono significativamente sulla tariffa, come ad esempio nei periodi siccitosi spesso si deve ricorrere al prelievo molto costoso (sottenzione) di acqua direttamente dagli invasi destinati per la produzione della energia elettrica per destinarle all’uso umano. 

Può anche accadere che canoni alti siano dovuti a consumi anomali a causa di perdite occulte nell’impianto idrico. In tali casi la Corte di Cassazione III Sezione Civile con ordinanza del 15 settembre 2021, n. 24904 ha stabilito che la società di gestione del servizio idrico integrato deve informare l'utente sull’eventuale presenza di consumi anomali con conseguente diritto dell'utente stesso, in caso di omissione, al risarcimento del danno.

Dunque le Amministrazioni, ma anche qualsiasi cittadino utente, laddove si vedessero recapitare bollette oltremodo costose dovrebbero in primis verificare se non si sia in presenza di consumi anomali non segnalati dal Gestore.

 

5) Perché il rating delle Regioni a statuto speciale risulta non classificato?

I bilanci delle Regioni a statuto speciale, tranne che per la Regione Siciliana, hanno voci di spesa autonome e diverse da quelle delle Regioni a statuto ordinario che non consentono all’attività di ricerca una perfetta comparazione tra le singole voci.

 

Regioni

 

Tabella Pitagiora Regioni 2020

 

 Storico Campania

 

Storico Lazio

 

Storico Molise

 

Comuni Capoluogo di Provincia

 

Tabella 1 Capoluoghi

Tabella 2 Capoluoghi

Tabella 3 Capoluoghi

Tabella 6 Capoluoghi

Tabella 7 Capoluoghi

Tabella Capoluoghi 8

Tabella Capoluoghi 8

 

Tutti gli altri Comuni oltre i 50.000 Abitanti

 

 Tabella Comuni 1

 Tabella Comuni 2

 Tabella Comuni 3

Tabella Comuni 4

Tabella Comuni 6 

Tabella Comuni 5 

Tabella Comuni 7 

Tabella Comuni 8 

Nota Bene: I dati di spesa riportati nelle tabelle sono riferiti all'anno 2020

*NC: Non classificato per carenza di comunicazione dati di spesa

 

RASSEGNA STAMPA

SKY TG 24

ARTICOLI PUBBLICATI 

 

Caro energia, la Regione Campania ha speso 83 milioni nel 2020 - La Repubblica

Bollette acqua, luce e gas: il report su quanto spendono Regioni e città - Il Tempo

Bollette del gas, Campania e le altre regioni a confronto - Il Mattino

Virtuose o scialacquone: da Nord a Sud, ecco quanto spendono Regioni e Città per le bollette - OPEN

Acqua, luce e gas, le bollette dei Comuni: a Parma si risparmia di più - Il Resto del Carlino

 

 

 

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