Tuesday 16 April 2013 21:49:10

Giurisprudenza  Giustizia e Affari Interni

Divieto di detenzione di armi: l’intervenuta estinzione per oblazione del reato non incide sul giudizio prognostico di non abuso delle armi da parte del titolare, che ben può essere basato su elementi anche soltanto di carattere indiziario

Consiglio di Stato

Esercitandosi il potere di vietare la detenzione di armi con riguardo all'interesse pubblico all'incolumità dei cittadini ed alla prevenzione del pericolo che può derivare dall'uso delle armi nonché in riferimento alla condotta ed all'affidamento che il soggetto può dare in ordine alla possibilità di abuso delle stesse, anche un singolo, oggettivamente incontrovertibile, fatto relativo all’abuso delle armi, pur in presenza di una condotta complessivamente esente da mende, è tale da far venir meno il necessario margine assoluto di sicurezza circa il buon uso delle armi, che solo può consentirne la legittima detenzione. Una volta, dunque, che il fatto stesso risulti valutato in termini prognostici di pericolosità senza che emergano elementi di irrazionalità od arbitrarietà, risulta evidente altresì che il lasso di tempo intercorso tra il fatto ed il provvedimento interdittivo non può in alcun modo considerarsi indice di contraddittorietà dell’azione amministrativa, avendo anzi l’Autorità non incongruamente inteso basare la propria valutazione sui fatti come accertati in sede penale (pur con ésiti di archiviazione del relativo procedimento); fatti che rivelano, come s’è detto, quanto meno un’insufficiente capacità di dominio dei proprii impulsi ed emozioni da parte dell’interessato ( cfr.: Consiglio di Stato, sez. VI, 24 novembre 2010, n. 8220; id., 10 dicembre 2010, n. 8707; id., 8 ottobre 2008, n. 4918; id., 18 gennaio 2007, n. 63 ), nella misura in cui essi sono ascrivibili ad “un eccesso colposo di legittima difesa” (v., ancora, in tal senso, l’indicato provvedimento di archiviazione). Né, per finire, indizi favorevoli ad una diversa qualificazione del veduto comportamento dell’odierno appellante sono ricavabili dall’intervenuta estinzione per oblazione del reato di esplosioni pericolose pure a lui ascritto per l’occasione, dal momento che il fatto in sé (l’esplosione di colpi di arma da fuoco, in un luogo abitato e sulla pubblica via, con tutti i rischi ch’esso comporta), nella sua sussistenza e nella sua attribuibilità all’imputato, emerge dalla stessa contestazione e ch’esso si rivela, come già detto, più che sufficiente a sorreggere il controverso giudizio prognostico di non abuso delle armi da parte del titolare, che ben può essere basato su elementi anche soltanto di carattere indiziario ( Consiglio di Stato, Sez. VI, 6.7.2010, n. 4280 ), laddove, nel caso di specie, si è in presenza di elementi aventi connotazione ben più pregnante dei meri indizi.

 

Testo del Provvedimento (Apri il link)

 

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